Sala Stampa

Presentazione dei finalisti della XIX edizione

Milano, 1 ottobre 2014 – Circolo dei Lettori – Fondazione Pini

Francesca Bonafini, Andrea Molesini e Alessandra Sarchi, finalisti della XIX edizione del premio letterario Scrivere per Amore, hanno incontrato il pubblico al Circolo dei Lettori di Milano –  Fondazione Pini. Evento in collaborazione con il Circolo dei Lettori di Verona. Dopo i saluti di Laura Lepri e gli interventi di  Marcella Meciani e Maria Paola Romeo, che hanno intrattenuto i presenti sul tema dei romanzi d’amore di oggi e del passato, gli autori finalisti hanno presentato i loro libri.

Prossimo appuntamento il 18 ottobre a Verona con “Scrivere per Amore Slam” , alle ore 20.30 in Piazza dei Signori,  e  il 15 novembre con il gran finale: alle 17.30 pomeriggio talk all’Hotel Due Torri, “Parlami d’amore”, con i finalisti e la giuria; alle 21 votazione e proclamazione del vincitore al Teatro Nuovo, ingresso libero al pubblico.

Pubblichiamo le motivazioni della giuria tecnica:

Francesca Bonafini, Casa di carne (Avagliano)

Annamaria Ortese in una pagina famosa così definisce l’attività della scrittura: « Scrivere è tornare a casa». Mi pare che sia lo stesso senso della casa come luogo del rifugio, della protezione, del ritrovare se stessi che si intuisce chiaramente nel libro di Francesca Bonafini, Casa di carne. Condividere una casa è un fatto dell’anima, trovare il proprio dove, affratellarsi in un affettuoso atto di compartecipazione. Ma per Bonafini la casa  non è lo scrivere, la parola, bensì il corpo, l’amore. Ad un certo punto la parola  che pure ci connota come esseri umani, non basta più e l’unica risposta all’angoscia di questo vuoto in cui non possiamo ritrovare noi stessi, sta nell’abbraccio. Non possiamo possedere nulla, anche se il verbo abitare viene da habeo, possedere Non possiamo stringere fra le nostre braccia nulla che duri, ma possiamo stringerci l’un l’altro. Il libro di Bonafini traccia il percorso sussultorio, rabdomantico di questa ricerca della propria metà perduta. Angela, la protagonista dice che forse ci si incontra davvero solo in posizione orizzontale. Lei pensa all’abbraccio amoroso, ma l’orizzontalità è anche mettersi sullo stesso piano, essere accoglienti verso l’altro come verso se stessi. La vicenda dei tre incontri d’amore  è raccontata con uno stile in cui risuona intensa l’emozione e la passione, uno stile anti letterario e affascinante nella sua spontaneità, come se la parola si facesse, nei momenti migliori, carne anch’essa, come l’amore. Lo stile conferma l’originalità dell’impianto narrativo e la forza della tesi che sta sotto a tutta questa storia: raccontare storie di vita è un antidoto alla violenza, alla guerra,  ci ricorda l’unicità irripetibile degli esseri umani. (Paola Azzolini, giuria tecnica)

Andrea Molesini, Presagio (Sellerio)

Andrea Molesini  racconta una storia d’amore impossibile, vissuta sull’orlo dell’abisso della Grande Guerra, all’Hotel Excelsior al Lido di Venezia, mentre intorno si consumano gli ultimi riti di un’Europa che ha fatto della frivolezza la cifra del suo precario presente. Molesini torna a intrecciare una vicenda di famiglia e la grande storia delle nazioni e degli imperi. Le rapide pennellate, la perfetta conoscenza dell’epoca storica e degli ambienti descritti, qualche finezza filologica, riescono a ricostruire efficacemente il clima di quella immediata vigilia di guerra.  Non si tratta però di un romanzo di guerra, quanto piuttosto di una tragedia d’amore che si deposita in un clima di angoscia dell’attesa. Un romanzo su quell’oscura ombra della paura dell’ignoto che dà corpo a fantasmi che vanno di giorno in giorno concretizzandosi, per di più in qualche caso, intrecciandosi con altri personali fantasmi. Sostenuto da una scrittura ben calibrata e curata, non priva di momenti dai tratti poetici, ben giocata nei dialoghi, e da un attento disegno di quasi tutte le psicologie dei personaggi, anche minori e anonimi. (Lorenzo Reggiani, giuria tecnica)

Alessandra Sarchi, L’amore normale  (Einaudi) 

Allora io e lui si amavamo normalmente.  Da questa frase grammaticalmente scorretta ma  sentimentalmente incisiva, tratta dal film Dramma della gelosia di Ettore Scola, che i protagonisti ricordano di avere visto insieme  da giovani,  è tratto il titolo del bel libro di Alessandra Sarchi L’amore normale. La normalità  dell’amore in questo romanzo ha però ben altre implicazioni di quelle che ci  si immagina. E’ piuttosto un paradossale, coraggioso, rischioso tentativo, di rendere normale quello che normale non è:  la convivenza di un quartetto amoroso spericolato tra moglie, Laura,  marito, Davide, e  amante dell’una , Fabrizio, e amante dell’ altro, Mia. Un doppio adulterio (ma si può chiamarlo ancora così?) che dovrebbe trasformarsi  in una relazione aperta non conflittuale fra i quattro, assecondando un desiderio ancestrale e  infantile di restare tutti uniti salvando l’amore e l’intesa profonda dei precedenti legami. Questo tentativo si rivela alla prova molto più complicato e perfino angosciante … Sarchi si destreggia davvero abilmente in questa operazione accattivante e molto realistica, attraverso  narrazioni  in prima  persona  delle due coppie. Un vero diario intimo, molto intimo, a più voci, che nell’agile prosa dell’autrice, danno un quadro vivissimo  fortemente contemporaneo,  dei sentimenti , dei desideri e delle umanissime  contingenze che inducono al tradimento. (Paola Altichieri Donella,  giuria tecnica)

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